Sommario Fronimo N° 125, gennaio 2004

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Editoriale

Incontri:

Manuel Barrueco-Eduardo Fernández:
una conversazione tra cinquantenni
di Asgerdur Sigurdadottir

Ricerche e approfondimenti:

La tecnica di Mauro Giuliani e la didattica del primo Ottocento
di Lorenzo Micheli (parte seconda)

Carlevaro - Ohana: Estelas.
Una storia che si conosce appena
di Ruben Seroussi e Alfredo Escande

Carlo Mosso, compositore del Novecento
di Davide Ficco

Le fasi della Riforma: aggiornamenti
di Vincenzo Saldarelli

In memoriam

Reginald Smith Brindle
di Alvaro Company

e inoltre recensioni di libri, musiche e dischi.

Notizie su corsi e concorsi.

La bottega della chitarra

L'editoriale:

Come è nostra consuetudine, in questo primo numero dell’anno dedichiamo una parte dell’editoriale al bilancio dell’annata appena trascorsa e ai progetti per la prossima.
Ci è parso doveroso, l’anno scorso, nel decennale della sua scomparsa ricordare il fondatore de “il Fronimo” Ruggero Chiesa. Ringraziamo tutti coloro che hanno risposto al nostro invito inviando i loro ricordi che, nella loro diversità, hanno contribuito a delineare la figura di Ruggero Chiesa e quello che ha rappresentato nel mondo della chitarra. La conclusione che crediamo giusto trarre dalla lettura delle riflessioni che ci sono pervenute è che, a distanza di dieci anni, Ruggero Chiesa è ancora una presenza viva e il suo insegnamento ancora attuale. Oltre a noi, hanno promosso iniziative per ricordarlo l’Accademia “F. Tárrega” di Pordenone, il Convegno di Alessandria e il Comune di Camogli. Inoltre, è stata dedicata alla sua figura l’edizione 2003 del Concorso di Villanova Mondovì e per il prossimo anno segnaliamo due altre iniziative: quella del Concorso nazionale biennale “Ebe Cazzaniga Ansalone” di Abbiategrasso, che gli dedica l’edizione 2004, e la ripresa (la prima edizione si tenne nel 1998) del concorso internazionale a lui intitolato promosso dal Comune di Camogli, sua città natale.

Alcuni dei progetti avviati lo scorso anno, proseguiranno anche nei prossimi numeri. Continua e termina con questo numero il documentato contributo di Lorenzo Micheli sulla tecnica chitarristica dell’Ottocento che, dopo avere preso in esame i principali metodi dei maestri del XIX secolo, dedica la sua attenzione alla tecnica di Giuliani, con interessanti riflessioni sulle evidenti differenze nell’approccio tecnico e strumentale con quello di Fernando Sor.
Prosegue anche la serie di articoli di Davide Ficco dedicati alla figura e all’opera per chitarra di Carlo Mosso, che in abbinamento al cd distribuito ai nostri abbonati insieme al numero dello scorso aprile, contribuiscono a meglio collocare Carlo Mosso nel panorama dei compositori non chitarristi che hanno dedicato al nostro strumento parte importante della loro produzione. Sulla stessa linea si collocheranno anche due iniziative del nuovo anno: a) la distribuzione in omaggio (con il numero di aprile) del cd monografico dedicato alle musiche di Ferenc Farkas; sullo stesso numero, a firma di Michele Peguri, pubblicheremo un articolo che consentirà di comprendere meglio l’opera del compositore ungherese; b) Paola Brino riprenderà la serie delle sue analisi dedicando questa volta la sua attenzione agli Studi di Bruno Bettinelli.

Come potete constatare, nella rubrica “Incontri” di questo numero figura come protagonista nuovamente Eduardo Fernández. Non è nostra consuetudine pubblicare a distanza di breve tempo (quella precedente è apparsa esattamente un anno fa) interviste alla stessa persona. Abbiamo voluto questa volta fare un’eccezione dato che l’interlocutore di Fernández è Manuel Barrueco, personaggio ugualmente importante; in realtà non è un intervista ma una conversazione tra due personaggi che, pur coetanei e dalle carriere parallele e ugualmente importanti, rivelano caratteri e mentalità con tratti a volte diversificati in maniera significativa. È anche unmodo per rendere omaggio a una generazione, quella dei cinquantenni, che ha rappresentato la svolta più importante nel mondo chitarristico post-segoviano. Vista l’importanza dei personaggi daremo spazio a questa conversazione per gran parte dell’anno. continua

Possiamo definire uno “scoop” l’articolo sul rapporto tra Maurice Ohana e Abel Carlevaro a proposito di una composizione (Estelas) scritta a quattro mani e mai pubblicata. La scoperta consiste nell’aver identificato come il materiale di questa composizione inedita sia confluito quasi in toto in un’altra composizione di Ohana, intitolata Cadran lunaire.
Vincenzo Saldarelli ci aggiorna sugli ultimi sviluppi relativi alla Riforma degli studi musicali, con l’elencazione dei conservatori dove è stata riconosciuta la validità dei corsi sperimentali triennali. Rileviamo con soddisfazione che alcuni dei nostri collaboratori sono docenti nei conservatori in cui la sperimentazione ha avuto inizio.
Per finire una notizia curiosa: amici torinesi ci hanno raccontato che il violinista greco Leonidas Kavakos, al termine di un appalauditissimo concerto tenutosi all’Auditorium della RAI di Torino, dopo il primo bis (Paganini) ne ha eseguito un secondo senza annunciare il titolo della composizione. I chitarristi hanno potuto riconoscere (udite, udite!) Recuerdos de la Alhambra (melodia eseguita con l’archetto e accompagnamento in pizzicato con la sinistra) mentre il resto del pubblico si domandava stupefatto quale fosse il pezzo e chi ne fosse il compositore… Delirio di applausi!
Buon anno a tutti!