Editoriale
Incontri:
Manuel Barrueco-Eduardo Fernández:
una conversazione tra cinquantenni
di Asgerdur Sigurdadottir
Ricerche e approfondimenti:
La tecnica di Mauro Giuliani e la didattica del primo
Ottocento
di Lorenzo Micheli (parte seconda)
Carlevaro - Ohana: Estelas.
Una storia che si conosce appena
di Ruben Seroussi e Alfredo Escande
Carlo Mosso, compositore del Novecento
di Davide Ficco
Le fasi della Riforma: aggiornamenti
di Vincenzo Saldarelli
In memoriam
Reginald Smith Brindle
di Alvaro Company
e inoltre recensioni di libri, musiche e dischi.
Notizie su corsi e concorsi.
L'editoriale:
Come è nostra consuetudine, in questo primo
numero dell’anno dedichiamo una parte dell’editoriale
al bilancio dell’annata appena trascorsa e ai progetti per
la prossima.
Ci è parso doveroso, l’anno scorso, nel decennale della sua scomparsa
ricordare il fondatore de “il Fronimo” Ruggero Chiesa. Ringraziamo
tutti coloro che hanno risposto al nostro invito inviando i loro ricordi che,
nella loro diversità, hanno contribuito a delineare la figura di Ruggero
Chiesa e quello che ha rappresentato nel mondo della chitarra. La conclusione
che crediamo giusto trarre dalla lettura delle riflessioni che ci sono pervenute è che,
a distanza di dieci anni, Ruggero Chiesa è ancora una presenza viva
e il suo insegnamento ancora attuale. Oltre a noi, hanno promosso iniziative
per ricordarlo l’Accademia “F. Tárrega” di Pordenone,
il Convegno di Alessandria e il Comune di Camogli. Inoltre, è stata
dedicata alla sua figura l’edizione 2003 del Concorso di Villanova Mondovì e
per il prossimo anno segnaliamo due altre iniziative: quella del Concorso nazionale
biennale “Ebe Cazzaniga Ansalone” di Abbiategrasso, che gli dedica
l’edizione 2004, e la ripresa (la prima edizione si tenne nel 1998) del
concorso internazionale a lui intitolato promosso dal Comune di Camogli, sua
città natale.
Alcuni dei progetti avviati lo scorso anno, proseguiranno
anche nei prossimi numeri. Continua e termina con questo numero il
documentato contributo di Lorenzo Micheli sulla tecnica chitarristica
dell’Ottocento che, dopo avere preso in esame i principali
metodi dei maestri del XIX secolo, dedica la sua attenzione alla
tecnica di Giuliani, con interessanti riflessioni sulle evidenti
differenze nell’approccio tecnico e strumentale con quello
di Fernando Sor.
Prosegue anche la serie di articoli di Davide Ficco dedicati alla figura e
all’opera per chitarra di Carlo Mosso, che in abbinamento al cd distribuito
ai nostri abbonati insieme al numero dello scorso aprile, contribuiscono a
meglio collocare Carlo Mosso nel panorama dei compositori non chitarristi che
hanno dedicato al nostro strumento parte importante della loro produzione.
Sulla stessa linea si collocheranno anche due iniziative del nuovo anno: a)
la distribuzione in omaggio (con il numero di aprile) del cd monografico dedicato
alle musiche di Ferenc Farkas; sullo stesso numero, a firma di Michele Peguri,
pubblicheremo un articolo che consentirà di comprendere meglio l’opera
del compositore ungherese; b) Paola Brino riprenderà la serie delle
sue analisi dedicando questa volta la sua attenzione agli Studi di Bruno Bettinelli.
Come
potete constatare, nella rubrica “Incontri” di questo
numero figura come protagonista nuovamente Eduardo Fernández.
Non è nostra consuetudine pubblicare a distanza di breve
tempo (quella precedente è apparsa esattamente un anno fa)
interviste alla stessa persona. Abbiamo voluto questa volta fare
un’eccezione dato che l’interlocutore di Fernández è Manuel
Barrueco, personaggio ugualmente importante; in realtà non è un
intervista ma una conversazione tra due personaggi che, pur coetanei
e dalle carriere parallele e ugualmente importanti, rivelano caratteri
e mentalità con tratti a volte diversificati in maniera
significativa. È anche unmodo per rendere omaggio a una
generazione, quella dei cinquantenni, che ha rappresentato la svolta
più importante nel mondo chitarristico post-segoviano. Vista
l’importanza dei personaggi daremo spazio a questa conversazione
per gran parte dell’anno. continua
Possiamo
definire uno “scoop” l’articolo sul rapporto
tra Maurice Ohana e Abel Carlevaro a proposito di una composizione
(Estelas) scritta a quattro mani e mai pubblicata. La scoperta
consiste nell’aver identificato come il materiale di questa
composizione inedita sia confluito quasi in toto in un’altra
composizione di Ohana, intitolata Cadran lunaire.
Vincenzo Saldarelli ci aggiorna sugli ultimi sviluppi relativi
alla Riforma degli studi musicali, con l’elencazione dei conservatori dove è stata
riconosciuta la validità dei corsi sperimentali triennali. Rileviamo
con soddisfazione che alcuni dei nostri collaboratori sono docenti nei conservatori
in cui la sperimentazione ha avuto inizio.
Per finire una notizia curiosa: amici torinesi ci hanno raccontato che il violinista
greco Leonidas Kavakos, al termine di un appalauditissimo concerto tenutosi
all’Auditorium della RAI di Torino, dopo il primo bis (Paganini) ne ha
eseguito un secondo senza annunciare il titolo della composizione. I chitarristi
hanno potuto riconoscere (udite, udite!) Recuerdos de la Alhambra (melodia
eseguita con l’archetto e accompagnamento in pizzicato con la sinistra)
mentre il resto del pubblico si domandava stupefatto quale fosse il pezzo e
chi ne fosse il compositore… Delirio di applausi!
Buon anno a tutti!
|
|