L'Editoriale
Nel numero precedente abbiamo tralasciato per questioni
di spazio la nostra solita chiacchierata con i lettori, chiacchierata
che ora vogliamo riprendere.
Il numero di gennaio è stato un numero che per i suoi contenuti ha suscitato
una certa vivacità di reazioni. Solitamente i nostri lettori non sono
particolarmente generosi nell’esprimere il proprio pensiero a proposito
delle tematiche affrontate. Con piacere abbiamo quindi visto che la nostra provocatoria
domanda con la quale abbiamo chiuso l’editoriale di ottobre “che
ruolo può avere una rivista come la nostra in un mondo chitarristico che
sta cambiando...” ha scosso un po’ l’inerzia e ci ha fatto
pervenire vari commenti di tenore diverso e alcune interessanti analisi della
situazione attuale che abbiamo pubblicato nelle pagine delle “idee a confronto”,
mai così ricche. A questo punto vogliamo anche ringraziare chi ci ha
manifestato il proprio sostegno attraverso telefonate, e-mail e sottoscrizioni
di abbonamenti come sostenitori.
Positivi commenti ci ha meritato l’intervista a Lorenzo Micheli, insolitamente
lunga per la varietà degli argomenti toccati. È stato particolarmente
apprezzato anche l’articolo di Eduardo Fernández su La Espiral Eterna
di Leo Brouwer: un modo molto personale e stimolante di analizzare la composizione
proiettandole una luce particolare ed evidenziando aspetti che possono passare
inosservati a una lettura superficiale e meccanica. La collaborazione con Fernández
proseguirà in uno dei prossimi numeri di quest’anno. Diamo ora uno
sguardo al sommario di questo numero per commentarne i contenuti. L’intervista
vede come protagonista Margarita Escarpa, una delle figure del chitarrismo
spagnolo che più si distinguono per raffinatezza, eleganza ed intelligenti
scelte di repertorio.
Con grande piacere rinnoviamo la collaborazione con
due importanti musicologi che in passato avevano scritto articoli
molto significativi che ancora costituiscono dei punti di riferimento
per gli studiosi. Thomas Heck continuando le sue ricerche su Giuliani
ci offre questo articolo riguardante una lettera autografa considerata
perduta in passato e che riproduciamo integralmente. Dal canto suo
Erik Stenstadvold, noto ai nostri lettori per l’eccellente
monografia su Antoine de L’Hoyer apparsa sul numero 100 della
nostra rivista, compie un approfondito esame dell’evoluzione
della notazione chitarristica. (Questo lungo articolo verrà pubblicato
in più puntate.) Gli altri articoli sono la terza puntata
riguardante gli Studi di Bruno Bettinelli a firma di Paola Brino,
e un breve contributo di Frédéric Zigante che ipotizza
un possibile contatto avvenuto tra Heitor Villa-Lobos e Jacques Tessarech.
La rubrica delle “Idee a confronto” si presenta anche
questa volta abbastanza nutrita. La più corposa delle lettere
riguarda la distonia focale, una patologia che purtroppo colpisce
spesso i musicisti e della quale poco si sa e ancor meno se ne parla.
Abbiamo deciso volentieri di pubblicarla integralmente malgrado la
lunghezza, poiché pensiamo possa rappresentare un aiuto a
coloro che soffrono di questo disturbo senza sapere di cosa si tratta
o a chi rivolgersi per la cura.
Due parole sulla cronaca. La stagione concertistica “Cordepizzicate” di
Cologno Monzese – punto di riferimento per gli appassionati
di chitarra di Milano e dintorni da vent’anni a questa parte – è stata
in forse fino all’ultimo momento un po’ per i soliti
problemi economici della pubblica amministrazione e un po’ per
lo scoraggiamento degli organizzatori di fronte a una certa passività e
mancanza di curiosità da parte del pubblico registrata negli
ultimi anni. Però la prospettiva di perdere questo evento
annuale che costituisce un polmone di ossigeno data la scarsa offerta
di concerti di livello nel milanese, ha fatto sì che scattase
una spontanea reazione da parte del pubblico chitarristico che si è tradotta
in una “valanga” di lettere e e-mail indirizzate al Comune
di Cologno sollecitando il proseguimento dell’iniziativa. La
realizzazione quindi della stagione nei mesi di gennaio e febbraio è stata
un evento eccezionale per due ragioni: perché ha smosso l’endemica
passività dell’ambiente chitarristico e perché ha
incontrato la sensibilità di un Assessorato disposto ad accogliere
una richiesta così sentita. Abbiamo così avuto l’opportunità di
ascoltare quattro concerti di altissimo livello: Eduardo Fernández,
Manuel Barrueco, il duo Mela-Micheli, Paolo Pegoraro; sicuramente
una delle migliori stagioni degli ultimi anni. Morale: è evidente
che quando c’è l’entusiasmo i risultati si ottengono!Un’altra
considerazione sulla vita concertistica.
Non possiamo purtroppo fare a meno di segnalare
il malvezzo di una parte della critica musicale dei quotidiani (non
riviste specializzate, quindi, ma ahimè giornali di alta tiratura)
che nel presentare il concerto di questo o quell’artista sembrano
accettare supinamente i comunicati stampa delle loro agenzie musicali
senza alcun vaglio critico: nel leggere questi articoli di presentazione – o,
meglio, autentici promotional – sembra che personaggi del calibro
di Pollini, Perlman ecc. in confronto del chitarrista in questione
siano solo dei promettenti allievi di Conservatorio. Al malvezzo
poi spesso si associa una incompetenza tanto risibile quanto fastidiosa:
tralasciando alcune perle di retorica e di luoghi comuni, nell’articolo
di un giornale a diffusione nazionale nel presentare l’esecuzione
del Concierto de Aranjuez da parte di una celebrata chitarrista straniera
si diceva che “il pezzo forte è dello spagnolo Rodriguez
[sic!]”, e “Rodriguez” ripetuto con olimpica nonchalance
per ben due volte, nel titolo e nella didascalia della foto dell’artista.
E a questo proposito, per concludere: possibile che agenzie, impresari,
direttori, orchestre e solisti non sappiano far altro che proporre
sempre, solo, comunque e dovunque questo brano (e a volte con esecuzioni
al limite della decenza)? Pur bello e affascinante che sia, in tutta
franchezza, cominciamo a esserne un po’ stanchi. Ma se la nostra
opinione può benissimo avere una importanza relativa, ciò che
più conta è che non cominci a stufarsi anche il grande
pubblico degli appassionati non chitarristi, perché allora
la situazione sarebbe ancora più preoccupante, anche se per
nostra fortuna o sfortuna – a seconda dei punti di vista – il
rischio non è imminente a giudicare dall’affluenza del
pubblico quando viene programmato questo Concerto.
|