Con questo numero di ottobre, l’ultimo del 2007, proseguono gli articoli di Andrea Bissoli e Lorenzo Micheli dedicati rispettivamente al Concerto di Heitor Villa-Lobos e alla biografia di Mario Castelnuovo-Tedesco. L’articolo di Bissoli porta a termine in questo numero l’analisi strutturale e funzionale del Concerto. I risultati dell’approccio analitico vengono via via messi virtualmente a confronto con il pensiero adorniano ossia, come ormai noto, con la lettura che Adorno dà di Stravinskij. Si prosegue così nella costruzione critica della figura di Villa-Lobos a partire dall’approccio alla partitura.
L’articolo su Mario Castelnuovo-Tedesco prosegue nella dettagliata ricostruzione della genesi e nella descrizione delle composizioni degli anni dall’immediato dopoguerra al 1959. È possibile inoltre, a partire dalle lettere e dalle memorie riportate, comprendere le emozioni del compositore, dapprima in bilico fra due mondi, come sospeso fra speranza e nostalgia, infine costretto dalle delusioni a riconsiderare la sua posizione nell’ambiente musicale italiano e a rinunciare definitivamente al rimpatrio.
Il nuovo contributo che prende l’avvio in questo numero (anche questo per la sua estensione si disporrà su alcune puntate) è a firma di Josep Maria Mangado Artigas e costituisce una ricca fonte di aggiornamenti biografici sulla vita di Fernando Sor. Gli importanti documenti ritrovati da Mangado gettano infatti nuova luce sulle vicende del grande musicista catalano e permettono di comprendere appieno, forse per la prima volta, alcuni aspetti della sua vita e del suo carattere così particolare. Intanto veniamo a comprendere meglio i motivi che lo spinsero a diventare un afrancesado: più che una “conversione” o un tradimento nei confronti della Spagna fu un vero e proprio ritorno alle origini. Riusciamo inoltre a intuire il motivo del suo atteggiamento così marcatamente snobistico nei confronti degli altri musicisti professionisti e, in particolare, dei chitarristi (atteggiamento che emerge chiaramente dalla lettura del suo Metodo). La sua famiglia era di solida estrazione borghese, di cultura superiore alla media e con una eccellente posizione sociale. La carriera di Sor si preannunciava pertanto nell’ambito amministrativo o militare: un tipo di carriera che del resto ben si confaceva ad ogni rampollo proveniente dal ceto medio-alto. Certamente, non era previsto che egli avrebbe poi dovuto guadagnarsi da vivere con la musica, come invece le vicende in cui si trovò coinvolto lo obbligarono a fare.
L’intervista di Leopoldo Saracino al duo americano Duo46 (violino e chitarra) porta una interessante testimonianza circa la possibilità di intraprendere una carriera artistica impostata sulla musica da camera. Purtroppo, nel nostro ambiente questa scelta musicale non viene ancora presa seriamente in considerazione come una valida alternativa all’attività solistica, mentre invece Matt Gould e Beth Ilana Schneider, con grande passione per il proprio lavoro e con una forte dose di pragmatismo e di senso pratico tipicamente americani, ci dimostrano come questa scelta possa essere vincente e avvincente.
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