Sommario Fronimo N° 142, aprile 2008

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Incontri:

Intervista a Leo Brouwer
di Adriana Tessier

Ricerche e approfondimenti:

“Lo stesso” non č lo stesso
Appunti sulle pratiche interpretative del XIX secolo e sulla loro applicazione
di Eduardo Fernández

Fernando Sor: nuovi dati biografici
di Josep Ma Mangado Artigas (parte terza)

Una Vita di Musica di Mario Castelnuovo- Tedesco.
Nuovi approfondimenti biografici e storia di Morning in Iowa op. 158
di Lorenzo Micheli (parte sesta)

e inoltre recensioni,
dischi e musiche.

Notizie su corsi e concorsi.

La bottega della chitarra

Novità editoriali e discografiche

 


Eccoci al numero primaverile, ricco di approfondimenti, di numerosi appuntamenti da ricordare (corsi e concorsi si infittiscono con l’avvicinarsi della stagione estiva) e di alcuni spunti di riflessione.
L’intervista di apertura di Adriana Tessier è dedicata a Leo Brouwer, uno dei personaggi più popolari del nostro ambiente e che non ha bisogno di presentazione. Il compositore cubano ripercorre le tappe della sua formazione artistica dapprima durante la dittatura di Fulgenzio Batista e, in seguito, con l’affermazione della rivoluzione castrista. Decisamente interessanti sono le sue opinioni sulle varie tendenze della musica del Novecento e contemporanea, sulla figura di Andrés Segovia e sull’insegnamento.

Si conclude dopo un anno e mezzo il lungo, appassionato e affascinante racconto di Lorenzo Micheli sulla vita e l’opera di Mario Castelnuovo-Tedesco. Come prometteva il titolo dell’articolo nelle cinque precedenti puntate, in quest’ultimo capitolo veniamo finalmente a conoscere Morning in Iowa, composizione, recentemente riscoperta, dall’organico assolutamente inedito e ispirata al testo dello scrittore statunitense Robert Nathan.

Prosegue l’importante contributo di Josep María Mangado Artigas riguardante la biografia di Fernando Sor, dalla quale emerge la figura di un giovanotto un po’ scapestrato, “à la page”, assiduo frequentatore di feste mondane e, almeno stando alle poco equivocabili testimonianze dirette dell’epoca, tanto dotato musicalmente (e su questo non vi erano dubbi) quanto presuntuoso e arrogante (e dobbiamo confessare che ne avevamo qualche sospetto, evidentemente non infondato…).

Continua intanto la preziosa collaborazione con la nostra rivista di Eduardo Fernández, il quale apre una interessante finestra sull’interpretazione della musica dell’Ottocento. Tramite la citazione di alcuni trattati di importanti musicisti dell’epoca – Manuel García, Louis Spohr e soprattutto quel Carl Czerny che, è bene ricordarlo, fu allievo di Beethoven e maestro di Liszt e quindi non un “maestrucolo” qualsiasi – l’articolo ci porta a fare alcune riflessioni e considerazioni (o riconsiderazioni?) sulla prassi esecutiva riguardante le opere dei nostri grandi autori del XIX secolo. Siamo quasi sicuri che non mancheranno le discussioni fra tutti coloro che cercheranno di trovare prove e appigli fra questa o quella tesi interpretativa.

Veniamo ora all’attualità. Al recente concorso di Abbiategrasso (provincia di Milano), l’incaricato alla compilazione del borderò della SIAE (riguardante le composizioni presentate dai candidati) trovandosi davanti una fotocopia di un’edizione assolutamente anonima e senza alcuna traccia di editore, revisore o trascrittore, si è chiesto: “Ma di quale edizione sarà questa Fantasia di Dowland?”. Il nostro Francesco Biraghi, con la sua consueta arguzia, subito ha risposto: “Questa è una Fantasia di Download!”. Battuta da dieci e lode, al contrario invece dell’edizione in questione, purtroppo infarcita di errori e imprecisioni. L’argomento, lo avrete capito tutti, è la spinosissima questione degli spartiti musicali che si possono scaricare da Internet. Ci rendiamo conto che questa non è la sede migliore per trattare una questione che non si può certo liquidare in poche righe, ma almeno qualche sassolino dalle scarpe ce lo possiamo togliere. Si parla tanto di filologia, edizioni critiche, fedeltà al testo originale e poi si scarica da Internet la prima cosa che capita, senza sapere né la provenienza né l’affidabilità della fonte. Non ci riferiamo ai siti di quelle benemerite biblioteche che hanno messo on line i loro materiali (quelli liberi da diritti d’autore) ma a quei siti di origine ignota, sui quali si trova più o meno di tutto, in barba alla correttezza musicologica quanto a quella legale. Si ha l’impressione di avere tutto a disposizione, di essere a cavallo del progresso e, invece, si torna indietro di cinquant’anni. Allora i chitarristi, isolati e in mancanza di edizioni e di fotocopie, si passavano tra di loro copie manoscritte aggiungendo e diffondendo inconsapevolmente errori e orrori. Adesso non siamo così isolati (si spera) né è giustificabile essere così mal informati. Pensiamoci!

Per concludere, una nota informativa per i nostri abbonati. L’iniziativa di potere scegliere fra diversi cd è piaciuta parecchio, anche se non tutti sembrano essersene accorti visto che la campagna abbonamenti si trovava nell’ultima pagina del numero scorso. Ci ha fatto piacere poter scambiare due parole con gli abbonati che hanno telefonato per comunicarci la scelta del cd. Ringraziamo anche chi ha colto l’occasione – via e-mail o telefono – per esprimerci l’approvazione riguardo alla linea editoriale fin qui seguita e l’apprezzamento per la sobria veste grafica: non speravamo che la nostra copertina potesse avere tanti sostenitori. Invitiamo comunque gli abbonati che hanno dimenticato di scegliere il cd di comunicarci la loro scelta al più presto.