Sommario Fronimo N° 148 ottobre 2009 |
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Editoriale Questo numero si apre con un’intervista un po’ diversa dal solito: si tratta infatti dell’incontro con Michael Lorimer, estroso, versatile e intelligente chitarrista americano che fu uno degli allievi prediletti di Segovia (alcuni forse lo avranno visto, giovanissimo, nei filmati in bianco e nero degli storici corsi a Santiago de Compostela negli Anni Sessanta). A differenza di molti altri chitarristi dell’epoca, che rimasero schiacciati e quasi fagocitati dalla straordinaria personalità del Maestro, Lorimer non è rimasto fossilizzato in quella estetica così particolare e i suoi interessi hanno spaziato dalla chitarra barocca alla musica contemporanea (coltivata nell’intensa frequentazione di personaggi del calibro di Karlheinz Stockhausen e altri importanti musicisti). Emblematico è l’aneddoto del viaggio dalla casa di Stockhausen a quella di Segovia (dove era ospite anche Tansman), viaggio che Lorimer visse quasi come un balzo a ritroso nel tempo. Ma altri ancora sono gli spunti degni di nota nella lunga intervista curata da Eduardo Fernández e non vogliamo anticiparli ai lettori. La sezione delle ricerche e approfondimenti si apre con un inedito studio su Luigi Moretti, fratello del più famoso Federico ma ugualmente attivo e prolifico. Massimo Agostinelli e Danilo Prefumo per la prima volta ci presentano tutte le informazioni disponibili sulla sua vita e la sua attività artistica. Completa l’articolo il catalogo delle opere finora conosciute: colpisce la quantità dei brani dedicati al repertorio cameristico e la ricercatezza di alcune combinazioni strumentali. In questo numero è presente ancora un articolo d’archivio ed elencazione: si tratta della seconda e ultima parte del catalogo tematico delle opere di Luigi Legnani redatto da Marco Mustardino. Non abbiamo potuto evitare la coincidenza di questi due lavori di catalogazione che, ci rendiamo conto, non sono di facile lettura; d’altro canto si tratta di due primizie, lavori di prima mano che com’è tradizione de “il Fronimo” (gli abbonati di vecchia data ricorderanno, ad esempio, i cataloghi di Molitor e Matiegka compilati da Francesco Gorio) rappresenteranno importanti punti di riferimento e forniranno indispensabile materiale di studio per chiunque voglia proseguire l’indagine su Moretti e Legnani. Più disimpegnata sarà la lettura della continuazione del racconto dei pellegrinaggi e delle avventure di Trinidad Huerta, chitarrista-saltimbanco dal comportamento tanto pittoresco quanto imprevedibile. In questa puntata Josep Mangado ci fornisce un’informazione che conferma una nostra vecchia teoria riguardante l’asse che collega Huerta, Arcas e Tárrega. Veniamo infatti a sapere che un giovanissimo Arcas incontrò Huerta, allora all’apice della sua fama, e fu da lui elogiato e incoraggiato a intraprendere la carriera del concertista. È facile immaginare come Arcas potesse essere rimasto colpito – quasi folgorato – da un personaggio come Huerta e dalla sua straordinaria capacità di accattivarsi le attenzioni del pubblico. Ancora più ovvio è comprendere come le parole di Huerta abbiano potuto lusingare un giovane e ambizioso chitarrista che vedeva davanti a sé un perfetto modello da imitare e, con esso, tutte le armi che da lui venivano impiegate. Huerta suonava variazioni e improvvisazioni imitando tutti gli strumenti dell’orchestra e persino “una vecchia che canta”. A noi tutto ciò non può fare altro che ricordare le Variazioni sul Carnevale di Venezia e la Gran Jota – da sempre attribuiti a Tárrega – che, secondo noi, altro non sono che la traccia lasciata da Huerta nel repertorio chitarristico odierno. Insomma, il collegamento Huerta-Arcas e Arcas-Tárrega è diretto: si tratta in realtà di un gioco di emulazioni e citazioni, il più delle volte improntate sull’effetto roboante e fine a se stesso e non sempre di gusto eccelso e raffinato. In sintesi: Arcas emulò il chitarrista più famoso di quegli anni (e i suoi espedienti) e lo stesso fece Tárrega (almeno fino a un certo momento) nei confronti di Arcas che era stato anche suo maestro. Da ultimo, come di consueto, alcune note di attualità. In attesa di sapere quale sarà lo sviluppo della vicenda riguardante i famosi quaranta Licei Musicali previsti dalla riforma Gelmini (le sedi da definire, i programmi, le modalità per la selezione dei docenti, le relazioni con Conservatori e Università, ecc.), ci fa piacere ricordare la presenza di due Italiani tra i vincitori di prestigiosi concorsi internazionali all’estero: dopo il successo di Emanuele Buono che ha vinto il ricchissimo Concorso “Parkening” in primavera negli Stati Uniti, segnaliamo ora la vittoria si Adriano Del Sal che ha sbancato il Concorso “Tárrega” di Benicassim ottenendo tutti i premi disponibili: primo premio, premio del pubblico e premio Tárrega. Le più vive congratulazioni. Oltre che essere di buon auspicio per le carriere e per il futuro dei due chitarristi, speriamo che queste vittorie siano anche il segnale positivo della buona salute del mondo chitarristico italiano. Siamo ottimisti. Infine veniamo a noi. In primo luogo vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno scritto messaggi di incoraggiamento dopo aver letto l’editoriale del numero di luglio: l’affetto dei nostri abbonati è un sostegno importante che ci aiuta a continuare e sul quale contiamo sempre per proseguire nel nostro cammino. In secondo luogo vogliamo farvi sapere che quest’anno al Convegno di Alessandria ci è stata assegnata la Chitarra d’Oro per la “Promozione”. È un premio che condividiamo non solo tutti noi che collaboriamo per mandare avanti la rivista ma che vogliamo condividere anche con i nostri abbonati senza i quali i nostri sforzi sarebbero stati inutili. Pensiamo infine che tutti noi, abbonati e collaboratori, siamo perfettamente d’accordo nel dedicarlo a chi questa rivista l’ha fondata, l’ha resa un punto di riferimento per il mondo della chitarra e ha ispirato noi a continuare il lavoro e voi a continuare la lettura. PS. Le altre Chitarre d’oro, per chi non lo sapesse già, sono state assegnate a Leo Brouwer (Composizione), al maestro liutaio Antonino Scandurra (“Una vita per la chitarra”), Mario Jalenti, (Didattica), Marcin Dylla (miglior cd), Alberto Mesirca (“Giovane promessa”), Maurizio Mazzoli (Ricerca musicologica). |