Sommario Fronimo N° 151 luglio 2010 |
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di Leopoldo Saracino |
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Editoriale del n° 151 luglio 2010 Apriamo questo numero con l’intervista a Frank Bungarten, chitarrista e didatta tedesco le cui opinioni sul repertorio ottocentesco non possono che trovarci pienamente d’accordo (e, ci auguriamo, anche i nostri lettori), mentre i suoi concetti sulla didattica forse non troverebbero un unanime consenso. Saremmo curiosi di sentire il vostro parere e sarebbe interessante aprire un dibattito. La rubrica “Idee a confronto” è sempre a vostra disposizione. L’approfondito contributo di Sergio Sorrentino ci introduce nell’estetica di Azio Corghi che, con Consonancias y Redobles (1973), fu uno dei primi compositori ad inserire la chitarra a pieno titolo nel movimento dell’avanguardia. Eduardo Fernández arriva alla terza tappa del suo affascinante viaggio nella musica del continente sudamericano. Partendo dalle teorie del grande musicologo argentino Carlos Vega, Fernández esamina i processi di nascita ed evoluzione dei generi musicali analizzando il loro percorso nei vari strati sociali e nelle diverse aree geografiche. Il tutto tramite un meticoloso esame delle varie forme e dei sistemi musicali impiegati: tritonale, pentatonico, scale bimodali, europee, ecc. L’articolo di Johann Gaitzsch finalmente chiarisce e identifica le precise coordinate anagrafiche di Joseph Kreutzer, un compositore che fra i frequentatori della musica da camera è sempre stato assai noto per il suo Trio in La maggiore op. 16 (come pure per gli eleganti Trii dell’op. 9) ma del quale si è sempre saputo poco, anche perché spesso lo si è confuso con i suoi più noti omonimi, Konradin e Rodolphe. Gaitzsch ci presenta inoltre una prima stesura del catalogo delle opere, stesura provvisoria ma che comunque ci permette di dare un’occhiata alla produzione di questo autore. Proprio in tal senso abbiamo deciso di allegare al presente numero della rivista la riproduzione anastatica di alcune sue opere per chitarra sola. Niente di trascendentale, per carità: non rappresentano una significativa aggiunta al repertorio solistico ma possono essere una piacevole lettura estiva o, perché no?, un utile esercizio nella lettura a prima vista o nella prova delle tre ore negli esami. Un’ultima, breve considerazione su Kreutzer e questi brani solistici. Ancora una volta – come diceva spesso Ruggero Chiesa – si può constatare come nell’Ottocento vi fosse una grande differenza fra i compositori-chitarristi che possedevano un ottimo mestiere (quasi tutti) e chi, oltre a ciò, era dotato anche di genialità (pochi): entrambe le categorie coglievano risultati di valore e spesso eccellenti nella musica da camera, ma solo pochi riuscivano a raggiungere lo stesso livello nel repertorio solistico. I brani che vi alleghiamo per la lettura lo dimostrano appieno. Troviamo poi il contributo di Mario Dell’Ara che, nel corso delle sue ricerche musicologiche, spesso s’imbatte in notizie e vicende magari di poco conto ma che comunque contribuiscono a mettere a fuoco e far comprendere alcune dinamiche storiche e sociali dell’Ottocento. A Dell’Ara si deve anche un’importante scoperta che riportiamo nello spazio delle “Idee a confronto”: si tratta dell’atto di morte di Carcassi, ritrovato negli archivi di Parigi. Grazie al nuovo tassello che si va così ad aggiungere alla biografia di Matteo Carcassi si rinnovano la mai spenta discussione e i dubbi riguardo al luogo di nascita di questo compositore. Per concludere, un paio di riflessioni sulla questione della generale e sempre più imperante digitalizzazione di dati e informazioni. La Naxos è stata la casa discografica che ha rivoluzionato il mercato con il lancio del cd low cost, ottenendo giustamente un grande successo. Ora sta applicando al mondo della musica classica il sistema del download ormai in auge da diverso tempo nel più giovanile e agile mercato della musica leggera di consumo. Anche la Deutsche Grammophon, ossia la più famosa, austera e tradizionale etichetta di musica classica, sta attuando la stessa politica differenziando però la vendita on line in tre formati: cd normale, download in formato FLAC (ossia la copia esatta del cd) e nel più diffuso mp3 con tre diversi prezzi a scalare. Ciò significa che il mercato discografico si sta orientando sempre più verso il download e sempre meno verso il tradizionale cd. Sarà anche una scelta in linea con la tendenza alla generale digitalizzazione (e noi indubbiamente saremo pure assai tradizionalisti), ma non ci piace per nulla. Inoltre il disco esiste concretamente, mentre il file del download esiste virtualmente e, senza gli opportuni back up, come ogni file, è facilmente soggetto a danni e cancellazioni (come molti purtroppo sapranno). Può anche essere utile scaricare e acquistare una singola traccia di un cd, ma non è questo il vero problema. Se si va verso la sparizione dell’oggetto reale “disco di musica” si rischia anche di perdere il concetto, il legame con l’interpretazione storica, con le incisioni di riferimento e con tutto quanto era correlato: chi non ricorda questo o quel mitico disco grazie al quale si sono create emozioni, fantasie, sogni e suggestioni che spesso hanno dato inizio a svolte importanti (basta citare i dischi di Segovia e si chiarisce tutto, no?). Ora, le incisioni storiche del passato certo rimangono, ma con i nuovi metodi si rinuncia a priori alla possibilità di “storicizzare” interpretazioni in futuro. Significa forse che ci si deve rassegnare alla mediocrità? Forse sbaglieremo, ma fra mp3 ed e-book vari noi continueremo sempre a preferire cd e libri veri. La seconda e ultima considerazione che in qualche maniera si lega all’argomento appena affrontato. Quest’anno, per la prima volta, alcuni degli abbonati hanno avanzato problemi economici per giustificare il mancato rinnovo. Visti i tempi che corrono, non abbiamo difficoltà a capirli e ci chiediamo quante possano essere le persone che preferirebbero abbonarsi per ricevere la rivista in formato PDF sul loro computer se il costo fosse dimezzato. Diverse riviste ormai attuano questa politica editoriale e quindi vorremmo sapere la vostra opinione in merito. Attenzione, ciò non significa che saremmo disposti a rinunciare al formato cartaceo: se dovessimo arrivare a quel punto, allora cesseremo la pubblicazione tout-court. Però ci chiediamo se esiste la possibilità di aumentare il numero dei nostri lettori con questo metodo. Sappiamo che alcuni di voi non hanno un buon rapporto con il computer e quindi di poter contare su uno “zoccolo duro” di abbonati al cartaceo, però altri, forse, alla carta preferirebbero il formato digitale direttamente sul loro computer. Abbiamo quindi deciso di fare un’inchiesta con un breve e semplice questionario chiedendo la vostra collaborazione per aiutarci a decidere cosa fare in futuro (ma anche per trovarci e contarci). Collaborare in questo caso significa non solo rispondere voi stessi sul vostro orientamento in merito, ma anche interpellare i vostri amici, colleghi e allievi, coinvolgendoli e chiedendo loro di scriverci direttamente, oppure di dare a voi una risposta o una loro opinione. I punti da indicare sono i seguenti: (un click sulla risposta desiderata, si aprirà un'e-mail che invierete così com'è) 1) Sono abbonato, intendo rinnovare l’abbonamento e preferisco il formato cartaceo. 2) Sono abbonato, intendo rinnovare l’abbonamento ma, se ci fosse la possibilità, preferirei ricevere il PDF a metà prezzo. 3) Sono abbonato e non intendo rinnovare comunque. 4) Sono abbonato e non intendo rinnovare, a meno che con la formula PDF il prezzo venga dimezzato. 5) Non sono abbonato, ma a un prezzo dimezzato sarei disposto ad abbonarmi per ricevere il PDF. 6) Ho parlato della possibilità dell’abbonamento in PDF con i miei conoscenti e si sono dichiarati interessanti in (numero). Vi preghiamo di rispondere numerosi vi saremo grati se ci comunicherete gli indirizzi e-mail delle persone interessate all’abbonamento in PDF (ovviamente previo loro consenso). Un ringraziamento a tutti e buona estate. |