Sommario Fronimo N° 152 ottobre 2010 |
||
di Giorgio Ferraris Intervista ad Akira Yanagisawa di Aldo Vianello |
||
Editoriale del n° 152 ottobre 2010 Innanzitutto vogliamo chiarire subito quanto segue: riguardo all’inchiesta che abbiamo avviato in luglio, ci teniamo a precisare che non abbiamo mai pensato di abolire il cartaceo (come ha temuto qualche lettore che ci ha risposto). Semplicemente, abbiamo voluto sondare l’interesse per il formato in pdf con un costo minore, soprattutto tra i non abbonati o tra coloro che a causa della crisi non intendono rinnovare l’abbonamento o non lo hanno potuto rinnovare l’anno scorso. Per il momento, la stragrande maggioranza dei lettori preferisce la rivista così com’è. Vi invitiamo a continuare a mandarci delle risposte e a passare parola ai non abbonati. Passiamo ora a commentare questo numero. Due le interviste: la prima è dedicata a Michel Cardin, il liutista barocco diventato celebre per avere realizzato il gigantesco progetto discografico dell’incisione dell’integrale del manoscritto di Londra di Sylvius Leopold Weiss. In quest’occasione, egli ci parla anche del suo passato chitarristico e del legame (forzato) che tuttora mantiene con la chitarra, visto che, per mancanza di allievi liutisti, la sua cattedra presso l’Università di Moncton è, appunto, quella di chitarra. Come si suol dire, tutto il mondo è paese… Il secondo incontro è con Akira Yaganisawa, direttore d’orchestra giapponese che ha compiuto i suoi studi anche in Italia diplomandosi al Conservatorio di Pesaro. Buon conoscitore (ed esecutore) degli strumenti a pizzico della tradizione musicale occidentale (dal mandolino alla balalaica) ci spiega come e quando questi strumenti – fra i quali ovviamente anche la chitarra – siano arrivati nella cultura giapponese e che ruolo ricoprano oggi nella vita artistica del paese del Sol Levante. Con la quarta e ultima puntata si conclude il lungo e affascinante viaggio di Eduardo Fernández nel mondo della musica sudamericana. Gli argomenti trattati sono assai familiari ai chitarristi, poiché si parla della milonga, del chôro, del tango e di autori famosissimi quali Villa-Lobos, Barrios e Piazzolla. L’analisi di Fernández parte dal rapporto che vi è fra la tradizione colta e la musica tradizionale, rapporto che in Sudamerica ha assunto caratteristiche differenti rispetto all’Europa. L’analisi di queste relazioni permette all’interprete di riconoscere alcuni modelli di riferimento e, di conseguenza, di evitare errori e ingenuità nell’esecuzione delle opere dei compositori sudamericani. L’articolo di Josep Mangado ci porta invece nella Spagna del secolo scorso, dove in una tournée svoltasi nel 1842-1843 si esibì il grande virtuoso ferrarese Luigi Rinaldo Legnani. Dagli annunci comparsi sui giornali locali, possiamo apprendere che Legnani in quegli anni si serviva di strumenti con più di sei corde, in particolare di una chitarra a nove corde e di una terzina a otto corde. Se della prima chitarra eravamo a conoscenza, la terzina con otto corde ci risulta invece una curiosa novità. Come abbiamo fatto nel numero scorso con Joseph Kreutzer, in combinazione con l’articolo su Legnani alleghiamo un inserto con alcune sue composizioni. Ringraziamo Marco Mustardino per aver recuperato una delle opere citate nell’articolo da Mangado. Si tratta di un Tema con variazioni sulla Norma di Bellini. Aggiungiamo una trascrizione dall’Ernani di Verdi che, pur non essendo citata nell’articolo, si abbina bene e dà omogeneità al contenuto del nostro inserto. L’ultimo articolo di questo numero riguarda la vita di Segovia negli anni in cui visse a Montevideo. Più che di un saggio vero e proprio si tratta di alcuni estratti provenienti dal libro Don Andrés y Paquita. La vida de Segovia en Montevideo di Alfredo Escande (libro che abbiamo recensito nel n. 149), estratti scelti dall’autore stesso. Escande, un po’ sadicamente per i lettori più incuriositi dall’argomento, fa ampiamente intuire l’importanza degli avvenimenti che accaddero in quel periodo cruciale della vita di Segovia ma tralascia dettagli importanti, obbligando così i più interessati a leggere il libro, peraltro assolutamente consigliabile. Purtroppo è pubblicato, almeno per il momento, solamente in spagnolo. Completano la parte delle due colonne le Idee a confronto. Ci ha fatto piacere che l’intervista a Frank Bungarten pubblicata sul numero scorso abbia stimolato l’interesse di alcuni lettori spingendoli a esprimere la loro opinione. Vi è poi l’interessante contributo di Colin Cooper riguardo all’uso del mignolo della mano destra, il famoso “quinto dito” mancante nella tecnica del nostro strumento. Per la verità, non si tratta di una lettera bensì di un articolo e la nostra scelta di pubblicarlo all’interno delle Idee a confronto è stata motivata dall’intenzione di stimolare un dibattito e uno scambio di idee su questo argomento. Per concludere, come di consueto, alcune note di attualità. La mattina del 19 settembre, il giorno della finale della quinta edizione del “Concorso Ruggero Chiesa-Città di Camogli”, il comune di Camogli ha intitolato a Ruggero Chiesa i giardini che si trovano di fronte al Teatro Sociale. La cerimonia è stata semplice e breve, cosa che Ruggero avrebbe apprezzato sicuramente. Il compito di ricordarlo è toccato a Francesco Biraghi che, pur non rinunciando a qualche battuta di spirito, è riuscito a commuovere i presenti. Ecco poi un’informazione di carattere tecnico riferitaci da un nostro abbonato che ci consiglia “di ricordare a tutti gli abbonati che lavorano nelle Scuole Medie a Indirizzo Musicale (sia supplenti che personale di ruolo) che è possibile detrarre la spesa dell’abbonamento alla rivista nella misura del 19% indicandola al rigo E19 (codice 32) del modello 730 come spesa di autoaggiornamento (conservando naturalmente copia della ricevuta dell’avvenuto pagamento)”. |