Sommario Fronimo N° 172 ottobre 2015 |
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Editoriale Prima di tutto dobbiamo segnalare un evidente errore tipografico sulla copertina del numero scorso dove anziché "luglio 2015" vi era scritto "ottobre 2015". Molti ci hanno chiamato pensando a qualche cambiamento nella programmazione della rivista. Non abbiamo scuse: si è trattato solo di una nostra distrazione. Probabilmente, come spesso ci capita verso la fine della preparazione di un numero, eravamo già proiettati con la mente a quello seguente; in questo caso, a quello che avete fra le mani: il Fronimo di ottobre... "con sorpresa". Infatti, allegato alla rivista troverete un cd inedito dedicato a Mauro Giuliani, con musica solistica e cameristica registrata da Massimo Felici affiancato da altri valorosi interpreti. Quest'omaggio per voi sarà una sorpresa inaspettata, ma dobbiamo rivelarvi che lo è stato anche per noi in quanto non era programmato e ci è stato proposto un po' all'improvviso. D'altra parte, dopo un anno di pubblicazioni relative a Giuliani, ci è parso opportuno e doveroso cogliere l'occasione di accompagnare la rivista con un progetto discografico contenente brani dei quali si era parlato negli articoli, per di più realizzato anche grazie all'intervento della Regione Puglia attraverso il programma Puglia Sounds. Non possiamo far altro che ringraziare Massimo Felici, l'Ensemble '05 e Puglia Sounds per averci messo in condizione di offrire un regalo inaspettato e, auspichiamo, più che gradito, ai nostri lettori. Il disco contiene opere di genere cameristico (Der Abschied der Troubadours WoO vocal-13, per voce, pianoforte, violino e chitarra; 2 Rondo op. 68, per pianoforte e chitarra; Sei Lieder op. 89, per voce e chitarra) e solistico (Sei Arie Nazionali Scozzesi WoO(posth) G-14; Gran Variazioni op. 114). Sono tutti brani raramente eseguiti – con l'esclusione degli splendidi Lieder op. 89 – e alcuni di essi dovrebbero essere presentati in prima registrazione. Usiamo il condizionale perché l'incessante movimento della discografia, soprattutto su Internet, impedisce affermazioni perentorie. Non è questa la sede adatta per commentare le opere incise, ma potrete trovare tutti i vari approfondimenti nel booklet allegato; aggiungiamo solamente che gli interpreti si sono serviti di strumenti originali. Insomma, ci è sembrato un bel modo per coronare la chiusura degli articoli di Gerhard Penn dedicati all'aggiornamento biografico di Giuliani, articoli che – siamo felici di ricordarlo – hanno valso all'autore la "Chitarra d'oro" per la musicologia al Convegno di Alessandria di quest'anno. Complimenti a Gerhard che presto tornerà sulle nostre pagine con i risultati di nuove ricerche. Veniamo ai contenuti della rivista. Dopo un periodo di assenza, torna lo spazio dedicato agli Incontri con un'intervista che appare come una franca e cordiale chiacchierata fra due vecchi amici: Lorenzo Micheli e Massimo Felici oltre a parlare del cd allegato toccano molti e interessanti argomenti. Danilo Prefumo è uno studioso paganiniano "d.o.c." e siamo sempre contenti di accogliere i suoi preziosi articoli sul grande genovese. Questa volta l'argomento affrontato riguarda i Quartetti con chitarra, opere che, nonostante siano considerate dagli studiosi come il "vertice della produzione cameristica paganiniana" (Cantù), conoscono poche incisioni discografiche (spesso di qualità discutibile) e addirittura vedono l'assenza di edizioni moderne. Mario Dell'Ara porta a compimento la sua approfondita Storia della chitarra a Torino con la terza e ultima parte che prende in esame il periodo fra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Ventesimo secolo. Come nelle due puntate precedenti, sono accuratamente presi in esame il mondo dell'editoria, della liuteria e quello dei numerosi chitarristi che operarono nel capoluogo piemontese. È veramente impressionante constatare la quantità di nomi che animarono la vita musicale torinese: se indubbiamente mancarono figure di spicco e di statura internazionale (ma ce n'erano forse nel resto d'Italia?), tutti quei personaggi contribuirono a mantenere in vita e, anzi, a far crescere l'interesse per la chitarra in un momento non certo fra i migliori per il nostro strumento nella Penisola. Una composizione così importante, complessa e strutturata come il Nocturnal op. 70 di Benjamin Britten si presta a diversi approcci analitici, vari livelli interpretativi e più chiavi di lettura. I densi e approfonditi articoli di Carlo Lo Presti e Maurizio Giani, pubblicati sulle nostre colonne alla fine degli anni Ottanta, rimangono tuttora esaurienti, servendo ancora da cardine per ogni nuovo studio su questo capolavoro del Novecento. Nel suo scritto, Eros Roselli ha trovato un originale punto di vista per analizzare il susseguirsi delle variazioni. Cediamogli per un momento la parola: "La tesi che si intende avanzare è come il tritono, noto come diabolus in musica o addirittura come accordo del male, possa allegoricamente rappresentare uno dei contendenti di un'affascinante e drammatica lotta – che potremmo tranquillamente e banalmente definire "tra il Bene e il Male" – con l'intervallo più "puro" e "benefico" di quarta giusta". Infine, come vi avevamo preannunciato nel numero scorso, dopo esserci occupati approfonditamente di Mauro Giuliani, dedichiamo ora le nostre attenzioni a un altro grande dell'Ottocento, Fernando Sor. Inizia infatti con questo numero la pubblicazione di una lunga ricerca sul musicista catalano firmata da Josep Ma Mangado Artigas. Nell'ultimo decennio abbiamo pubblicato alcuni importanti articoli con nuove informazioni sulla biografia di Sor. Il primo (nn. 140-143) era firmato dallo stesso Mangado, il quale aveva ricostruito l'albero genealogico della famiglia che aveva rivelato anche radici francesi; aveva poi trovato molte informazioni sugli anni giovanili di Sor durante gli studi a Monserrat; in seguito ci svelò come Sor fosse un giovane alla moda, popolare e mondano, protagonista delle serate musicali e delle feste della Barcellona bene. Poi (n. 156, ottobre 2011) fu il turno dell'articolo di Ricardo Barceló, il quale scoprì che Sor, dopo il ritorno dalla Russia, aveva lavorato a Parigi come insegnante di chitarra in un pensionato frequentato da signorine della buona società francese e inglese. Infine (n. 159, luglio 2012), pubblicammo l'articolo di Brian Jeffery sui guai di Sor con la Santa Inquisizione spagnola. Quest'ultimo contributo ha stimolato le nuove ricerche di Mangado che ha voluto verificare e approfondire le informazioni presenti sia nei documenti dell'Inquisizione, sia in quelle raccontate da Sor stesso a Ledhuy per il famoso dizionario. Con entusiasmo iniziamo dunque con la pubblicazione dei primi capitoli della ricerca che si prevede abbastanza corposa e ricca di nuove ipotesi su vari aspetti e risvolti della vita del chitarrista catalano. |