Sommario Fronimo N° 173 gennaio 2016

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Editoriale

Ricerche e approfondimenti:

Andrés Segovia in Italia (1926-1950)
di Stefano Picciano (parte prima)

Fernando Sor (1778-1839): documenti inediti Riflessioni e ipotesi
di Josep Ma Mangado (parte seconda)

Il Fondo di musica per chitarra della Biblioteca del Senato di Madrid:
la Canción patriótica de la Alianza e il suo peculiare sistema di notazione
di Ricardo Aleixo

Una eminenza grigia nella mano sinistra.
L'azione silenziosa del pollice sinistro nella chitarra
di Ricardo Barceló

In Memoriam
Mario Jalenti
di Giuseppe Pepicelli

Idee a confronto

Recensioni Musiche Dischi Libri DVD

Corsi e concorsi

àeditoriali e discografiche

La bottega della chitarra

 
Editoriale

Iniziamo il 2016 con un numero attraversato da un filo rosso decisamente ispanico. O per i personaggi protagonisti degli articoli o per gli autori degli stessi, la Spagna la fa da padrone. Di Stefano Picciano abbiamo già pubblicato recentemente una ricerca sui concerti tenuti a Roma da Francisco Tárrega. Ora dividiamo in due puntate un suo esteso contributo dedicato all'attività concertistica di Andrés Segovia in Italia dal suo debutto milanese nel 1926 fino al 1950. L'impatto del grande andaluso sull'ambiente chitarristico italiano fu fortissimo, quasi sconvolgente. E questo per almeno un paio di motivi: innanzitutto bisogna sottolineare che il Segovia allora trentenne era un'autentica forza della natura, dotato di una personalità dirompente. Per rendersene conto bisogna ascoltare le sue prime storiche incisioni sui vecchi dischi a 78 giri; vogliamo almeno ricordare quelle che per la prima volta uscirono in lp con la emi negli anni Ottanta: Andrès Segovia. Recordings 1927-1939 poi rimasterizzate in un doppio cd (Emi Classics, 0777 7 61047 2 0). Ebbene, al primo ascolto – lo ricordiamo ancora, sull'impianto stereo in casa di Ruggero Chiesa – ci rendemmo subito conto che tutto si sarebbe potuto dire – e criticare – circa gli azzardi stilistici, le esagerazioni dinamiche, agogiche e quant'altro, tranne il fatto che l'uomo fosse dotato della forza di un leone. Se fece questa impressione su di noi in tempi (relativamente) recenti, chissà quale poteva essere stata quella sui chitarristi italiani d'inizio secolo. E qui arriviamo al secondo motivo per il quale Segovia impressionò l'ambiente musicale italiano. Nella penisola non era mai esistito un retroterra chitarristico di stampo professionale, neanche nell'epoca d'oro del primo Ottocento quando, com'è noto, tutti i grandi nomi avevano fatto carriera all'estero. L'ambiente chitarristico in Italia fra le due guerre era frammentato, provinciale e profondamente dilettantistico. Insomma, come si suol dire, sembrava veramente che Segovia fosse venuto da Marte… Con i due articoli che seguono ci si immerge in uno dei periodi più importanti e movimentati della storia europea ottocentesca. I fronti di guerra e le alleanze tra le varie nazioni cambiavano in maniera caleidoscopica. Francia e Spagna contro l'Inghilterra, Inghilterra e Spagna contro la Francia, Francia contro tutti e via dicendo. Josep Mª Mangado Artigas segue Fernando Sor nel suo percorso dall'Andalusia a Parigi, quando vide la propria vita prendere strade che mai si sarebbe potuto immaginare. Per la prima volta pubblichiamo il documento che fu alla radice del capovolgimento della sua esistenza. Se non si fosse compromesso così tanto in patria con i Francesi (diventando così candidato alla pena di morte in Spagna dopo il ritorno dei Borboni) non si sarebbe visto obbligato a emigrare e a diventare musicista di professione per guadagnarsi da vivere. Se fosse rimasto in Spagna senza coinvolgimenti politici, avrebbe mantenuto il livello di un dilettante colto che, se mai avesse pubblicato le proprie opere, lo avrebbe fatto in maniera anonima, come si usava allora, oppure celandosi sotto le iniziali anagrafiche che molto probabilmente sarebbero rimaste misteriose per le generazioni future. D.F.M.S., forse? Con questo ci agganciamo all'articolo di Ricardo Aleixo, il quale ci parla dello sconosciuto autore di una Canción patriótica che si firma cripticamente D.G.G.M.A. Lo scritto è ambientato sempre in Spagna e nello stesso periodo delle vicende di Sor, ossia durante la Guerra d'In­dipendenza (1808-1814). Apprendiamo così ulteriori dettagli e particolarità riguardo al contesto storico e sociale nel quale si muovevano i musicisti – dilettanti o professionisti che fossero – e di come funzionasse la produzione e il commercio della musica. Un filo rosso unisce la scrittura su doppio rigo della Canción di D.G.G.M.A. a Sor e al suo tentativo, nello stesso campo, nella prima versione della Fantaisie pour la Guitare op. 7, pubblicata nel 1814 a Parigi con un sistema di notazione impostato su due pentagrammi e con tre chiavi diverse. L'ultimo articolo è a firma di Ricardo Barceló (chitarrista uruguaiano, residente e insegnante in Portogallo) che collabora con noi per la seconda volta. Con il suo precedente contributo aveva aggiunto un importante tassello alla biografia di Fernando Sor, avendo scoperto che egli aveva insegnato in un pensionato per signorine della buona società dopo il suo ritorno dalla Russia. Ora Barceló pone l'attenzione sull'azione di quello che chiama "eminenza grigia nella mano sinistra", ossia il pollice. Forse perché nascosta dietro il manico, l'azione di questo dito viene trascurata nella trattatistica e nella didattica. L'articolista ha notato che Sor e il violoncellista Paul Tortelier, a un secolo e mezzo di distanza, hanno avuto la stessa intuizione riguardo all'uso e al ruolo del pollice sinistro. Una lettura che speriamo possa stimolare una maggiore consapevolezza di ciò che fa (o non fa) il pollice a nostra insaputa e di come la sua azione possa influenzare il rendimento di un passaggio musicale. Uno sguardo sull'attualità. Abbiamo dimenticato di informarvi sul numero scorso dell'uscita con "Amadeus" di settembre del disco in download di Davide Ficco e della bravissima Rossana Bertini dedicato a musiche per chitarra sola e per chitarra e voce di Mauro Giuliani. Chi ordina quindi il numero di settembre di "Amadeus" trova all'interno un codice per poter effettuare il download del cd. La possibilità scade a sei mesi dall'uscita della rivista. Nessun doppione rispetto al cd di Massimo Felici & Co. che abbiamo allegato a "il Fronimo" n. 172. A proposito di quest'ultimo, è nostro piacere annunciarvi che la violinista Friederike Starkloff, che ha partecipato all'esecuzione dell'Abschied des Troubadours, ha appena vinto il terzo premio al concorso Sibelius, in questo momento la più importante competizione violinistica in assoluto. Congratulazioni Friederike! E visto che parliamo di concorsi: quest'anno abbiamo avuto una bellissima sorpresa durante il Concorso Pittaluga ad Alessandria. A dire il vero, durante il Pittaluga Junior. Ci capita spesso di non condividere l'operato delle giurie, ma stavolta la giuria del Pittaluga Junior – a stragrande preponderanza femminile (quattro contro uno) – merita appieno la nostra approvazione. Il giovane sloveno Urbaan Reiter ci ha conquistati: un concentrato di energia, convinzione, autenticità senza alcuna concessione all'esibizionismo, al manierismo, alla leziosità. Urbaan è un dodicenne biondino e paffuto: "simpatico" e "tenero" sarebbero gli aggettivi da attribuirgli? No. Stranamente quello che ci viene in mente e che meglio lo dipinge è l'attributo "autorevole" e, almeno per il momento, "incontaminato". Speriamo che rimanga così. Complimenti alla giuria che lo ha riconosciuto, ai maestri che lo hanno preparato e preservato. E gli auguriamo di non trovare in futuro nella sua strada qualcuno che si metta in mente di insegnargli "come suonare per vincere i concorsi". Infine con grande piacere salutiamo la prima uscita del "Soundboard Scholar", rivista di stampo musicologico che nasce in seno alla Guitar Foundation of America per colmare un vuoto. Il vecchio "Sounboard" continua con una linea fondata sull'attualità e su articoli di cronaca mentre la nuova rivista, sotto la guida di Thomas Heck, avrà carattere scientifico con articoli selezionati da un comitato di revisori esperti (peer review). Buon lavoro!