Sommario Fronimo N° 174 aprile 2016 |
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Editoriale Tre sono gli articoli che occupano la parte del leone in questo numero della nostra rivista. In apertura, la seconda e conclusiva puntata di Andrés Segovia in Italia (1926-1950) a firma di Stefano Picciano. La prima parte ha riscosso molti commenti favorevoli da parte dei nostri lettori (di solito poco propensi a esprimere le proprie opinioni) e siamo certi che anche la continuazione non deluderà, ricchissima com'è di informazioni e aneddoti vari sull'attività del grande Andaluso in Italia. Tra l'altro, possiamo assistere ai primi contatti che avvicinarono Segovia a Siena prima della nascita dei mitici corsi all'Accademia Chigiana. Come accennavamo nell'editoriale dello scorso numero, è veramente stupefacente l'energia di quell'uomo che affrontava massacranti tournée in lungo e in largo per l'Italia nell'arco di pochi giorni (e allora non c'erano voli o treni ad alta velocità come adesso) e con più e più programmi concertistici sotto mano. Interessanti sono poi le informazioni circa i rapporti personali con i chitarristi italiani quali Benvenuto Terzi, Luigi Mozzani e, in particolare, con Benedetto Di Ponio che poi diventerà il fondatore della classe di chitarra presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma (anno scolastico 1954-1955), dove si formarono i primi chitarristi diplomati in Italia. A proposito: abbiamo avuto notizia (a cose fatte, ragion per cui non abbiamo potuto annunciarlo nel numero scorso) che il 29 febbraio a Roma c'è stato un concerto particolare organizzato dal Centro Culturale "F. Sor" presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università "La Sapienza". Al concerto si sono esibiti tre di quei "diplomati pionieri" della classe di Di Ponio nonché chigianisti: Giuliano Balestra, Massimo Gasbarroni e Oscar Ghiglia. Lunga vita, Maestri! L'influsso segoviano in Italia è stato fortissimo e continua a essere presente attraverso gli allievi diretti, allievi degli allievi e avanti così. Diamo il benvenuto a Leonardo De Marchi che esordisce nelle nostre colonne con un importante articolo su una composizione poco nota e ancor meno visitata dai chitarristi: Y después di Bruno Maderna, uno dei più importanti musicisti italiani del Novecento, prematurmente scomparso a cinquantatré anni nel 1973. Y después, composto per la chitarra a dieci corde di Narciso Yepes, deve forse anche a questa sua destinazione organologica il mancato ingresso nel repertorio corrente. Lo scopo dell'autore è, citando testualmente le sue parole, "gettare nuova luce sul brano, cercando di evidenziare il legame tra lo stile del compositore e il contenuto della poesia di García Lorca da cui il brano prende le mosse". Ci auguriamo che la lettura faccia nascere un interesse nuovo verso questa importante composizione, almeno nella sua versione per le sei corde che pure esiste. Abbiamo, infine, la terza puntata della ricerca di Josep Ma Mangado relativa a Fernando Sor: si tratta di nuovi dati biografici e documenti recentemente riscoperti che confermano o completano informazioni già note, oppure che riempiono vuoti esistenti nella biografia di Sor fino ad oggi. Il periodo preso in esame in questo numero è quello londinese, ossia dal 1815 al 1822. Anche questi anni, come quelli trascorsi in Francia, furono anni cruciali per il musicista catalano. La documentazione dello studioso spagnolo circa il suo arrivo a Londra con la famiglia ci permette di venire a sapere dell'esistenza di una moglie della quale finora non eravamo a conoscenza. Purtroppo la figura rimane ancora sfuggente. Nel numero scorso abbiamo saputo della richiesta da parte di Sor di un permesso per potersi sposare; ora sappiamo che Sor arrivò a Londra con moglie e figlia, ma circa l'identità e la sorte della moglie si rimane ancora nel buio. A Londra si trovava anche la giovanissima ballerina francese Félicité Hullin che ebbe un ruolo importantissimo nella seconda parte della vita di Sor. Mangado ci fa conoscere Félicité e la sua famiglia di ballerini e ballerine: vi sono articoli di giornali e recensioni che per certi versi abbiamo trovato esilaranti e non abbiamo potuto fare a meno di pubblicare anche se non hanno precisamente a che fare con il nostro chitarrista. Nel prossimo numero troveremo Sor e Félicité a Parigi prima del viaggio verso la Russia. Vorremmo qui ricordare Sir Peter Maxwell Davies (1934-2016) importante, eclettico e prolifico compositore britannico che è morto di leucemia il 14 marzo. Nel suo infinito catalogo troviamo anche alcune opere per chitarra: Hill Runes (1981), Lullaby for Ilian Rainbow (1972) e Sonata for Guitar (1984) che meriterebbero di rientrare a far parte del repertorio corrente. Per chi volesse sapere di più sulla sua figura consigliamo la lettura dell'"In memoriam" apparso sul più prestigioso quotidiano inglese "The Guardian": http://www.theguardian.com/music/ 2016/mar/14/sir-peter-maxwell-davies-obituary |