Sommario Fronimo N° 182 aprile 2018 |
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La primavera ha fatto irruzione nelle pagine della nostra rivista grazie all'immagine piena di colori e di ottimismo che ci ha regalato Diego Milanese. È l'ultima della serie di quattro, che hanno avuto come protagonisti la chitarra dell'Ottocento, tiorba e arciliuto, vihuela. Nel numero di gennaio la vihuela (quella famosa del museo Jaquemart André, scoperta da Pujol nel '36 e che ha dato il via alla relativa ricerca organologica) sotto la luce spettrale della luna e l'albero nudo e desolato (in realtà era un bonsai rinsecchito!) ben si intonava con la nostra... geremiade sulla situazione attuale della chitarra. Nell'immagine primaverile, invece, il ragazzo, immerso in una natura prorompente di colori vivaci, si incammina verso la luce. La chitarra moderna solo si intuisce per via della custodia rigida. Si può anche intuire, sperare o immaginare, che oltre gli alberi ci attenda un futuro luminoso, una strada ricca di esperienze, un'Itaca da raggiungere arricchiti dal viaggio... Il significato, come la bellezza, starà nell'occhio di chi guarda.
Dicevamo del nostro commento pessimista circa i corsi e ricorsi della storia chitarristica: ebbene, qualcosa di positivo ne è risultato. Un nostro lettore ci ha scritto proponendo di invitare varie persone a scrivere i loro pensieri al riguardo. Lo abbiamo fatto e abbiamo già ricevuto le prime risposte. Ringraziamo Piero Bonaguri, Arturo Tallini e Francesco Biraghi per la sollecitudine. Grazie a loro le pagine delle "Idee a confronto" sono nutrite e ben meritano il loro nome: idee a confronto, appunto. L'invito a partecipare al dialogo è rivolto a tutti. In particolare anche ai giovani, spesso restii quando si tratta di esprimere le proprie idee sulla carta (in contrapposizione a Facebook intendo) e in sedi ufficiali. Avanti ragazzi! Fatevi vivi e scriveteci: cosa vedreste voi al di là degli alberi, oltre il varco luminoso che il giovane chitarrista della nostra foto sta per attraversare?
Presentiamo ora gli articoli contenuti in questo numero, tutti di autori stranieri. Il filo conduttore, se volessimo vederne uno, potrebbe essere il Nuovo Mondo, visto che vi è sempre un elemento che li collega con le Americhe.
Il saggio dedicato alla Sonata per chitarra e clavicembalo di Manuel Maria Ponce ci porta in Messico, patria del compositore ma anche dell'autore dell'analisi. Jorge Barrón Corvera è infatti uno dei massimi studiosi di Ponce ed è noto in particolare per aver scritto una bio-bibliografia che costituisce uno strumento indispensabile per chiunque voglia realizzare ricerche sul compositore messicano. Perciò, quando ci ha proposto la sua analisi della Sonata, non potevamo che accettare con piacere. Non si tratta di un brano molto visitato, ma, chissà, forse l'articolo potrà destare maggior interesse verso questa breve composizione in stile "neobarocco".
Il belga Jan de Kloe non è un esordiente nelle nostre pagine. Abbiamo già pubblicato in passato alcuni suoi contributi su Frank Martin e su Oscar Esplá. Questa volta il suo intervento non si limita a un solo personaggio, ma segue le tracce di numerosi chitarristi europei che durante la prima metà dell'Ottocento attraversarono l'Atlantico per cercare fortuna negli Stati Uniti. Una carrellata di personaggi – alcuni seri, altri stravaganti – provenienti dalla Spagna, Italia, Germania, Austria, che piano piano andarono a stabilirsi nelle città della Costa Orientale: New York, Boston, Baltimora, Detroit... Negli articoli tratti dai giornali di quelle città si trovano storie e commenti curiosi e perfino esilaranti. Un elemento interessante che si rileva leggendo consiste nel fatto che le Variazioni op. 9 (sotto titoli sempre differenti e spesso mal scritti) di Sor erano il brano che accomunava i programmi di molti fra questi chitarristi.
Infine commentiamo l'articolo che in realtà apre il numero e che ci accompagnerà per almeno altre due puntate. In questo caso lo studioso, Eduardo Fernández, proviene dall'America del Sud e il soggetto del suo scritto non è altro che la Ciaccona BWV 1004 di J. S. Bach. Non è la prima volta che il binomio Bach-Fernández appare sulle pagine de "il Fronimo". Avevamo già pubblicato Preludio BWV 995: Il codice Bach (n. 146, aprile 2009), che ci ha introdotto nella simbologia bachiana. In questa prima parte dell'analisi della Ciaccona vengono presi in esame il contesto, i precedenti, i simboli, la numerologia, i corali luterani... in breve, tutte le risorse alle quali Bach ha attinto per creare uno dei capisaldi di tutta la letteratura violinistica. Suonare la Ciaccona è un traguardo che i chitarristi si sono sempre posto (e non solo loro, certamente). Ma di solito la preoccupazione maggiore è quella di come affrontare le scale veloci, come "tradurre" in arpeggi alcuni passaggi, se eseguire la versione di Segovia o di qualcun altro o addirittura farne una propria... Raramente abbiamo sentito esprimere preoccupazione riguardo alla difficoltà di scoprire e di comprendere ciò che si trova "dietro" le note, veloci o lente che siano. Ecco, speriamo che questo scritto stimoli il pensiero e la voglia di comprendere. L'analisi dettagliata inizierà nel prossimo numero.
Nota di servizio: tanti lettori ci hanno comunicato la propria preoccupazione perché il cd promesso agli abbonati del 2018 (Antonio Rugolo, Mauro Giuliani Masterpieces) non è arrivato con il numero di gennaio. Infatti, non lo abbiamo spedito. Il cd arriverà con il numero di luglio (n. 183), quindi non preoccupatevi se non lo vedete allegato neanche al numero che avete ora tra le mani.
Buona lettura. |