Sommario Fronimo N° 192 ottobre 2020

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Editoriale

Ricerche e approfondimenti:

I Concerti per chitarra e orchestra di Ferdinando Carulli
di Marco Riboni

Le Folías di Manuel M. Ponce:
è possibile un ordine diverso delle variazioni? di Pablo Márquez (seconda parte)

Ferdinando Carulli:
un aggiornamento biografico tra dati storici e ipotesi a 250 anni dalla nascita
di Romolo Calandruccio (seconda parte)

In memorian

Julian Bream (1933-2020)
di Fabio Zanon

Recensioni Musiche Dischi

Corsi e concorsi

editoriali e discografiche

La bottega della chitarra

Questo è l'ultimo numero del 2020 e, volendo fare un consuntivo, non c'è niente da ricordare. Sembra un anno più breve ed è logico, visto che almeno per almeno metà anno tutto il mondo è vissuto in un limbo in attesa che la pandemia allentasse la presa. Ma, se non c'è niente di positivo da ricordare, purtroppo il 2020 sarà invece ricordato per una grande perdita che segna la fine di un'epoca per il mondo della chitarra: il 14 agosto si è spento Julian Bream che, durante i suoi cinquant'anni di attività concertistica, ha lottato con caparbietà e passione per ancorare la chitarra alla corrente centrale della musica nel secolo XX e per riportare in vita il liuto e il suo repertorio. Lo hanno ricordato i giornali più prestigiosi in tutto il mondo, tranne quelli italiani (per quanto ci risulta). Abbiamo affidato l'In Memoriam a Fabio Zanon cui diamo il benvenuto nelle nostre pagine, che fino a oggi lo avevano visto solo in qualità di intervistato. Non è stata una scelta casuale: Fabio ha studiato presso la Royal Academy di Londra negli anni Novanta, frequentando le masterclass tenute da Bream durante quel periodo; rimase poi come insegnante ospite nell'Academy potendo conoscere da vicino il lavoro del Julian Bream Trust. È un peccato che Bream non abbia voluto insegnare di più: avrebbe così potuto consolidare il proprio messaggio artistico. Abbiamo, purtroppo, l'impressione che tale messaggio non abbia lasciato nella giovane generazione la traccia profonda e duratura che avrebbe meritato e di cui la chitarra del secolo XXI avrebbe avuto grande bisogno. Non era possibile dedicare maggior spazio a Julian Bream in questo numero. Vorremmo però farlo nel prossimo, pubblicando ricordi, aneddoti, impressioni e pensieri che i nostri lettori, e non solo loro, vorranno condividere. Potete inviarci i vostri testi (da due righe a 3000 caratteri) entro il 15 novembre. In particolare ci piacerebbe ricevere i ricordi di chi ha partecipato ai rari corsi di perfezionamento tenuti da Bream, uno tra tutti quello a Firenze negli anni '80. Fatevi vivi. Per quanto riguarda il resto dei contenuti del numero: continua e si conclude l'articolo di Pablo Márquez che esplora la possibilità di modificare l'ordine delle variazioni nelle Variations sur "Folía de España" et Fugue di Manuel M. Ponce. Dopo aver presentato, nel numero scorso, la storia della genesi del brano come traspare dalla corrispondenza di Segovia con Ponce, Márquez analizza qui le variazioni dimostrando che, in effetti, un ordine diverso sarebbe possibile. All'analisi è annesso l'elenco degli errori di stampa e di quelle che l'autore considera omissioni e reinterpretazioni dell'edizione segoviana. Sappiamo già che alcuni nostri lettori hanno rispolverato le Folías dopo aver letto la prima parte dell'articolo e siamo certi che pochi resisteranno alla tentazione di prendere in mano la chitarra per provare i nuovi collegamenti tra le variazioni proposti da Márquez. Ferdinando Carulli, malgrado l'immenso apporto alla didattica chitarristica, è rimasto sempre il «parente povero» tra gli altri suoi colleghi dell'Ottocento. A parte gli Studi, con i quali sono cresciute generazioni di chitarristi, la sua opera è stata per lo più ignorata o snobbata e la sua figura non ha incuriosito gli studiosi quanto altri personaggi del suo tempo. Con l'occasione dei 250 anni dalla sua nascita veniamo a riempire qualche lacuna grazie agli articoli di Marco Riboni e Romolo Calandruccio. Marco Riboni ha intrapreso lo studio dei Concerti per chitarra e orchestra di Carulli. Pubblichiamo qui la prima parte dell'articolo che presenta gli aspetti storici ed epistemologici che devono dare risposta alla domanda: quali e quanti erano questi Concerti? La risposta a questo interrogativo non è così scontata come sembrerebbe: se pensavate di conoscerla, forse la lettura dell'articolo vi farà cambiare idea. Rimanendo su Carulli, prosegue l'approfondito aggiornamento biografico ad opera di Romolo Calandruccio. Doveva essere diviso in tre parti: il periodo napoletano, pubblicato sul numero scorso, il periodo livornese su questo numero e il periodo parigino sul prossimo. Non sarà così. Andando avanti l'articolo è diventato un'epopea, dato che l'autore continua ad acquisire informazioni ed elementi sempre nuovi. Di conseguenza non non siamo ancora in grado di prevedere su quanti numeri della rivista si espanderanno i tre periodi della vita di Carulli. La seconda puntata avrebbe dovuto comprendere tutto il periodo livornese ma si è rivelata più lunga del previsto con tante informazioni utili e affascinanti sull'epoca e sulla città di Livorno. Purtroppo abbiamo dovuto tagliare in un punto poco «logico» per fare posto all'In Memoriam. Pertanto il capitolo livornese finirà in gennaio con le «amicizie emiliane» e le edizioni pre-parigine. Come vedrete lo spazio dedicato a corsi e concorsi è di nuovo ridotto in una pagina striminzita. Chissà quando riprenderà a pieno ritmo la vita musicale... Dita incrociate per tutti.