Nell'articolo vengono prese in esame le opere didattiche di Giuliani.
Dal momento che l'argomento è assai ampio e articolato, lo scritto è suddiviso in tre
distinte sezioni che a loro volta si dispiegano necessariamente nell'arco di alcune
puntate.
L'articolo si apre con alcune considerazioni di carattere generale riguardanti lo studio
in ambito scolastico delle opere didattiche - di Giuliani così come di altri autori -
situazione che purtroppo il più delle volte viene vissuta non come puro apprendimento
artistico bensì come una vera e propria coercizione. In realtà nelle raccolte di Studi
vi sono numerosi gioielli che meritano la più grande attenzione da parte non solo degli
insegnanti e degli allievi, ma anche degli interpreti nelle loro esibizioni
concertistiche. La prima parte (n. 104, ottobre 1998) prosegue poi definendo e
approfondendo gli aspetti epistemologici e storici. L'identificazione del campo di ricerca
è alla base di qualsiasi indagine analitico-musicologica e, di conseguenza, si sono
dovute individuare le composizioni al centro dello scritto, ossia le opere 1, 48, 50, 51,
98, 100, 111 e 139 che definiscono il ragguardevole corpus di centosessantadue
brani. I motivi che hanno portato a questa scelta sono di ordine estetico e storico. In
particolare riguardo proprio alle questioni storiche è emersa una inedita quanto
importante datazione dell'op. 139: grazie all'acquisizione di dati e informazioni finora
sconosciuti, è stato possibile retrodatare la raccolta di ben dodici anni, ossia 1828
anziché 1840.
La seconda parte dell'articolo (n. 105, gennaio 1999) è dedicata all'analisi delle
caratteristiche stilistiche e formali, con la ricerca e l'evidenziazione di tutti i vari
stilemi compositivi che Giuliani applica nei suoi Studi: dalla melodia accompagnata alla
polifonia, dalla vocalità alla strumentalità, dalle suggestioni cameristiche a quelle
orchestrali e operistiche, ecc. Attraverso l'esposizione di numerosi esempi musicali gli
Studi di Giuliani vengono minuziosamente osservati fino a portare alla luce sia gli
aspetti più squisitamente idiomatico-strumentali (le varie tecniche impiegate, alla base
della musica di Giuliani) sia le peculiarità più generalmente musicali (l'andamento
diastematico della melodia, la condotta armonica, le soluzioni ritmiche, ecc.).
Dopo la seconda parte, che è la più lunga e articolata nonché il vero cuore
dell'articolo, segue una terza e conclusiva sezione dal carattere assai differente e, per
certi versi, più "leggero". La scoperta di alcuni passi identici all'interno di
diversi Studi ha infatti stimolato non poco la curiosità: il risultato è l'elenco
sistematico delle numerose autocitazioni presenti negli Studi provenienti da altre opere
di Giuliani. Il quadro generale è assai dettagliato e ricco di interessanti sorprese.
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